Il ciclo di pre-accensione o preriscaldamento di un sistema di riscaldamento a pavimento (detto anche Shock termico) è un processo di “verifica” della qualità finale dell’installazione (impianto + massetto) ed è composto da tre fasi:
- acclimatamento: l’impianto viene acceso e mantenuto alla temperatura minima (20-25°) per un paio di giorni;
- innalzamento: la temperatura viene repentinamente portata al massimo e mantenuta tale per un periodo che varia dai 4 ai 12 giorni, a seconda delle condizioni climatiche esterne e del livello di ventilazione presente nell’ambiente;
- abbassamento: si torna bruscamente alla situazione iniziale, che verrà conservata per qualche giorno prima di spegnere l’impianto.
Tale indicazione viene riportata, in linea di massima, anche all’interno della norma 1264 relativa agli impianti di riscaldamento a pavimento.
Le istruzioni di cui sopra possono variare a seconda della tipologia di massetto utilizzato.
In questo articolo vedremo come effettuarlo, quali sono le sue tempistiche e gli obblighi da seguire.
Come effettuare lo shock termico
Volendo semplificare l’utilità dello shock termico potremmo dire che:
- Serve ad asciugare completamente il massetto;
- Serve ad “abituare” il massetto agli sbalzi termici futuri;
- Serve a far prendere posizione stabile e definitiva al massetto;
- Serve ad evidenziare eventuali tensioni all’interno del massetto prima della posa dei rivestimenti.
Per effettuare questa operazione è necessario, ovviamente, un sistema di riscaldamento ad alto grado di controllo: accade spesso, però, che in una casa in cui si sta facendo questo tipo di lavoro non sia ancora allacciato il gas, situazione che può sembrare bloccante a questo proposito.
Niente paura: è qui che interviene il cosiddetto “scaldamassetto”, una caldaia elettrica in dotazione a molti installatori termoidraulici - altrimenti facilmente noleggiabile - che viene provvisoriamente allacciata all’impianto. Il suo funzionamento è molto semplice: un meccanismo tubolare alimentato da una pompa viene disteso sulla superficie, mentre il riscaldamento è innescato da una resistenza elettrica.
Le tempistiche dello shock termico
Lo shock termico va eseguito quando il massetto ha raggiunto la sua “maturità”: deve, cioè, aver acquisito la consistenza ideale ed essere teoricamente pronto alla pavimentazione.
La normativa impone di aspettare come minimo 21-28 giorni per la maturazione del massetto a base cemento e 7 giorni per quelli a base anidrite.
Alcuni massetti inoltre permettono la possibilità di anticipare i tempi sopra descritti. A tal proposito, le ultime novità del settore permettono di effettuare lo shock termico dopo circa sette giorni, le più innovative addirittura dopo sole 12 ore dalla posa.
A questo punto, sarà necessario attendere due o tre giorni per il naturale raffreddamento del massetto, dopodiché sarà possibile procedere con la pavimentazione finale.
Lo shock termico è obbligatorio?
Il ciclo di pre-accensione non è obbligatorio per tutti i tipi di installazione: il “consiglio normativo” è previsto solamente per i sistemi riscaldati ad acqua e galleggianti che rientrano nell’ambito della UNI EN 1264, mentre per gli altri si devono seguire le direttive degli installatori.
Questa operazione è effettivamente molto utile anche per la sua funzione di controprova: in caso di problematiche o contestazioni di ogni genere, i controlli degli esperti saranno basati sulle caratteristiche descritte dalla normativa, e dunque è una mossa saggia seguirla per non incorrere in complicazioni.
Per i casi compresi nella normativa, è obbligatorio anche documentare l’intero processo attraverso un verbale di collaudo. Qual è il vantaggio? Nel caso in cui il funzionamento del ciclo termico sia svolto in modo errato e provochi danni al rivestimento sovrastante, caso sempre più diffuso specialmente con i grandi formati odierni, con la documentazione in mano è possibile capire se sia stata osservata la procedura.
In caso contrario, la responsabilità ricadrà sul posatore.
Nonostante ciò, questa operazione ha anche dei vantaggi pratici:
- il calore elevato al quale si sottopone il materiale costruttivo fa evaporare le particelle d’acqua presenti, eliminando l’umidità;
- lo stress indotto dall’alta temperatura mette alla prova la consistenza del massetto, evidenziando eventuali problemi prima di pavimentare;
- il collegamento con la caldaia elettrica permette di verificare problemi legati all’impianto futuro.
Come si può vedere, è errato considerare lo shock termico una semplice prova della validità del massetto, poiché verifica collateralmente diverse altre eventuali problematiche.
Conclusione
Ricapitolando, lo shock termico è un procedimento che serve a temprare il massetto e ad assicurarsi che non ci siano problemi legati al futuro impianto di riscaldamento e alla pavimentazione/rivestimento.
Le tempistiche piuttosto lunghe possono essere una seccatura nell’ottica del proseguo dei lavori, è vero, ma è bene ricordarsi che, anche se può sembrare un processo superfluo, è consigliato dalle norme in vigore - per non parlare dei problemi che possono emergere se si preferisce non investire quei 25 giorni per assicurarsi che tutto sia in regola.
In definitiva, lo shock termico non va considerato “opzionale”, ma un vero e proprio step del processo di realizzazione della stratigrafia totale (compresa la pavimentazione): assicurati di scegliere materiali di qualità e lavoratori esperti, e non avrai nulla di cui preoccuparti.
E, nel caso tu abbia fretta di concludere i lavori, puoi sempre affidarti ad una soluzione speciale, come il massetto autolivellante, opzione che ti permetterà di risparmiare tempo senza lesinare sulla qualità, senza peraltro evadere la normativa.