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Falsi miti sul massetto: sfatiamo le generalizzazioni più comuni

In un’epoca di bufale e fake news, non sempre facili da individuare e sfatare, anche il massetto risente di tante idee confuse, qualche volta dei veri e propri “falsi miti”.

Sarà che il massetto non si vede, sarà che si fa da una vita, sarà che non si considera che ci sono aziende che investono sulla produzione di nuove miscele, si tende a pensare a questo prodotto come poco rilevante nella costruzione della casa.
Questo forse il più grande falso mito: vediamone alcuni per cercare di fare un po’ di chiarezza.

1. Massetto e sottofondo sono la stessa cosa

Partiamo con una distinzione basilare, su cui non ci devono essere dubbi: il massetto non è il sottofondo.

Sono infatti due cose diverse. Il sottofondo, come indica il nome stesso, è più in profondità: è uno strato che si trova tra il massetto e il solaio. Ha lo scopo di pareggiare le incongruenze del solaio e distribuire il peso che dal pavimento grava sulla struttura portante, proteggendo le tubature e gli impianti elettrici distribuiti a terra.

Quando è presente un impianto di riscaldamento a pavimento, il sottofondo si trova appena sotto al pannello isolante dell’impianto, fornendo un corretto piano di appoggio per lo stesso.

Il sottofondo concorre inoltre all’efficienza termica, ma è una parte differente rispetto al massetto, che invece è l’elemento su cui viene posata la pavimentazione.

2. Sulla qualità si può chiudere un occhio

Questa è un’idea completamente sbagliata.

Si pensa spesso sia “sufficiente che sia planare e consistente”. Un massetto di qualità, in realtà, comporta molti altri vantaggi che devono essere pensati e valutati fin dalla progettazione.

Infatti, deve:

  • garantire una corretta gestione della dilatazione:
  • garantire una determinata asciugatura nel rispetto dei tempi previsti dalla posa del pavimento che seguirà;
  • poter sopportare determinati valori di resistenza alla compressione e alla flessione in funzione della sua destinazione d’uso;
  • offrire determinate prestazioni termiche di conducibilità o viceversa, di isolamento;
  • concorrere assieme a tutta la stratigrafia alle prestazione acustica
  • essere stabile e duraturo nel tempo.

Insomma, è facile comprendere che non è bene affrontare con superficialità l’argomento massetto poiché essendo determinante per le prestazioni ed il buon mantenimento della pavimentazione, partire con un massetto di qualità significa risparmiare poi sui lavori di manutenzione - che non sono mai economici - se non addirittura di sostituzione. Sempre meglio iniziare con il piede giusto.

3. Massetto vuol dire tempi lunghi

Non necessariamente. La posa di un massetto è per sé piuttosto veloce, la produttività giornaliera varia da 100 mq al giorno fino a svariate centinaia di mq al giorno in funzione della complessità del lavoro e delle tecnologie di applicazione, come nel caso degli autolivellanti.

Ciò che incide maggiormente però è la fase di asciugatura del massetto. Un massetto con asciugatura tradizionale ad esempio richiederà facilmente alcuni mesi per la posa di un pavimento in legno mentre invece un massetto a rapida asciugatura può contenere la stessa entro qualche giorno.

4. I massetti per impianti radianti hanno tutti lo stesso spessore

Comunemente si ritiene, come spessore “normale” di un massetto, circa 5 centimetri. Questo dato è valido per i tradizionali massetti sabbia-cemento. Oggi il mercato offre però soluzioni tecniche che permettono applicazioni di spessori a partire da pochissimi millimetri grazie all’impiego di massetti autolivellanti o di livelline cosiddette a “basso o bassissimo spessore”, anche in presenza di un impianto radiante.

Si tratta ovviamente di soluzioni specifiche che richiedono una corretta progettazione e professionisti specializzati.

5. Il massetto per la funzionalità dell'impianto non è importante sul fronte inerzia termica

Intanto definiamo brevemente il concetto di inerzia termica, che sta a indicare la velocità con cui un materiale si scalda o si raffredda in relazione all’ambiente che lo circonda.

In parole più semplici: più l’inerzia termica di un massetto è bassa, più velocemente il calore generato da un impianto di riscaldamento raggiungerà l’ambiente. Spesso si pensa che sia solo un discorso legato ai materiali di cui è composto il massetto, che in effetti giocano un ruolo determinante.

Ma non basta: insieme alle miscele di materiali più adatti, quindi ad alta conducibilità, è ormai comprovato che l’applicazione di questi ultimi in spessori ridotti (1 o 2 cm sopra il tubo radiante) determina delle economie di gestione molto significative.

E questo è un aspetto che non sempre viene preso in considerazione.

Abbiamo visto insieme, tramite alcuni esempi, alcune generalizzazioni più comuni in tema di massetti: alcune sono informazioni incomplete, altre inesatte, altre vere e proprie luoghi comuni. Il consiglio è di cercare sempre di approfondire, di non limitarsi alla prima cosa che si sente o che si legge, ma affidarsi ai professionisti del massetto. Questo aiuterà a prendere le decisioni migliori, con vantaggi nel presente e nel futuro.

Massetti per soluzioni ribassati

Scritto da Redazione il 17 aprile 2020

Categorie: massetto

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